mercoledì 14 agosto 2013

Alle radici del Lacryma Christi

Quali sono i vitigni che concorrono a produrre i vini della doc Vesuvio lo sappiamo. In questo post vorrei porre l'attenzione sui vitigni minori ovvero su quelle uve che appartengono al passato dei nostri vigneti, curati da vecchi contadini nelle forme di allevamento ormai praticamente scomparse di una vera e propria opera d'arte come la "conocchiella vesuviana"  oppure della "tennecchia" o ancora della forma "alla pratese". Alcuni vitigni hanno dei nomi che sembrano effettivamente di altri tempi, altre epoche: "a rotta é nufrio", ò sorecillo, à recaina, ànzol'ca e tanti altri ancora. Il prof. Carmelo Pasquarella sul sito www.pomonacampana.com nella sezione di ampelografia fa un lavoro bellissimo di studio e di catalogazione dei cosidetti vitigni minori della Campania
da www.pomonacampana.com "a rotta e nufrio"

Ora io penso che questi vitigni dimenticati che sopravvivono solo grazie alla passione per la terra di alcuni contadini del complesso Monte Somma Vesuvio,  potrebbero essere importanti per mantenere viva e stimolare la curiosità degustativa sensoriale di quella parte del pubblico più attento. Come è già accaduto per altre zone vitivinicole, di riportare con successo in produzione antichi vitigni e di costruire così un'immagine dei propri vini con legami più forti al territorio, così potrebbe essere anche per i vini del Vesuvio. Non dovremmo lasciare che scompaiano "per sempre" le uve che hanno, nei fatti, prodotto il Lacrima Christy del Vesuvio nei secoli, potrebbe essere la nostra ricchezza futura.

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