venerdì 8 novembre 2013

Sul Monte Somma alla ricerca di uve autoctone dimenticate


La veduta del Monte Somma con il sole basso del tramonto
8/11/2013 - Giuseppe Aliberti
Il Monte Somma è come uno scrigno di gioie per la varietà di vitigni autoctoni che spesso ormai,  non sono più nella memoria dei vignaioli delle generazioni correnti. Uve che non sappiamo più riconoscere e non sappiamo come nominare, non moltiplichiamo né coltiviamo più. Tante altre varietà locali presenti da tempo immemore, sono andate smarrite per sempre a causa dell'abbandono dei vigneti tradizionali.
Abbiamo perso un pezzo importante della memoria del nostro passato che non ritornerà più. Ma comunque, per quelli che come noi si emozionano con poco, vi mostro alcune uve che non sono riuscito a riconoscere, trovate  nelle colline a monte di Somma Vesuviana, in una splendida giornata di fine settembre.


L'uva nella foto a fianco si presenta con grappolo molto spargolo. Nel vigneto dove ci troviamo sembra esserci ancora solo questo unico esemplare. All'assaggio ha una bella nota acida di frutta croccante che si fa notare rispetto alle altre qualità di uva presenti ed ormai mature.


Quest'uva sembra interessante
E' un'uva della prima decade. 
Vitigno abbastanza produttivo. Si presenta con acino piccolo. Ho avuto modo di assaggiarla in vari momenti a partire dalla fase dell'invaiatura fino a quella della surmaturazione.L'uva ancora acerba presenta forti note erbacee con riconoscimento di peperone verde e sensazioni di balsamico che poi si perdono con la maturazione a favore di un buon grado zuccherino. Buccia dell'acino consistente. 
 

Quest'altra uva si caratterizza per il grappolo di piccole dimensioni. Acino di media grandezza e buccia consistente. 











Mi riprometto di verificare meglio le caratteristiche organolettiche nella prossima stagione per le varie fasi di maturazione



un caffè in vigna dall'amico non ha prezzo
da sx: Giuseppe Aliberti e Giovanni Parisi

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